Niente web 2.0 per il turismo della Sardegna: la promozione punta su qualità della vita e sceglie la carta stampata
In Sardegna vivi di più. E’ questo il messaggio della nuova “campagna promozionale turistica della Sardegna” che per attrarre turisti dal centro e nord Europa ha scelto di puntare sulla qualità della vita e la sua storia millenaria. Qualità dell’aria, dell’acqua, del cibo, del vino e della vita in generale tanto che sarebbe questo il segreto della Sardegna che – lo dice l’assessore al turismo Sannitu – vanta la più alta percentuale di centenari al mondo. E proprio “zio” Paolino Scattu, nonnino sardo di 101 anni, è stato scelto come testimonial della campagna.
Insomma il nuovo messaggio mi piace anche se la qualità di vita in Sardegna è molto più alta per chi ci va in vacanza piuttosto che per chi ci vive. E su questo se volete ho le prove!
Quel che invece mi lascia un po’ sbigottita è che questa campagna da 1 milione di euro prevede solo l’uso di (alcuni) media tradizionali (quotidiani e periodici) e trascura completamente la pianificazione su social network, social media e addirittura l’adeguamento di contenuti e immagine nel sito isituzionale Sardegna Turismo (dove la nuova campagna è presente solo con questo articoletto). Per giunta tutta la comunicazione si concentra nei soli mesi di maggio e giugno, quando secondo me i turisti dal centro nord Europa o sono già arrivati o hanno comunque già deciso dove andare.
Insomma i nuovi flussi turistici del 2010 verso la Sardegna dovrebbero essere mossi e smossi con 60 annunci programmati su Le Figaro, The Times, Süddeutsche Zeitung, El Pais Corriere della Sera e periodici nazionali come Panorama, Donna moderna, Gente etc.
Invece sul web e in particolare sui social media la campagna “In Sardegna vivi di più” non c’è.
E che importa se numerosi studi e ricerche ci dicono che il 52% degli acquisti turistici nel mondo avviene su internet e che l’82% delle decisioni di viaggio sono influenzate da ricerche e informazioni acquisite attraverso la rete? E che importa se regioni come la Toscana hanno scelto di mettere su un’infrastruttura di comunicazione dove il rapporto tra social media e media tradizionali è 80/20 e 2 milioni di euro sono stanziati solo in advertising su Google?
Insomma vanno bene i nonni centenari, la storia millenaria della Sardegna e gli ulivi di 4.000 anni. Va bene tutto il grande passato della Sardegna ma per la comunicazione turistica non sarebbe più utile metterci un po’ più di futuro?
Però l’idea del racconto è bella… Chissà cosa ne direbbe Iabichino?
totalmente d’accordo!